Meta, da multa record da UE: 798 milioni di euro per pratiche anticoncorrenziali

La Commissione europea sanziona Meta

La Commissione europea ha inflitto una multa di 797,72 milioni di euro a Meta, la società madre di Facebook, per aver violato le regole antitrust dell’Unione europea. L’accusa principale riguarda il legame forzato tra il servizio di annunci online Facebook Marketplace e il social network Facebook, oltre all’imposizione di condizioni commerciali inique ad altri fornitori di servizi di annunci online.

Le violazioni riscontrate

L’indagine della Commissione ha rivelato che Meta detiene una posizione dominante nel mercato dei social network personali e della pubblicità display online sui social media. In particolare, l’azienda ha abusato di questa posizione in due modi:

  1. collegando automaticamente Facebook Marketplace al social network Facebook, esponendo tutti gli utenti al servizio di annunci, indipendentemente dalla loro volontà;
  2. imponendo condizioni commerciali sleali ad altri fornitori di servizi di annunci online che pubblicizzano sulle piattaforme di Meta, permettendo all’azienda di utilizzare i dati degli annunci a esclusivo vantaggio di Facebook Marketplace.

Le conseguenze

Oltre alla multa, la Commissione ha ordinato a Meta di porre fine a queste pratiche anticoncorrenziali e di astenersi dal ripeterle in futuro. L’importo della sanzione è stato calcolato considerando la durata e la gravità della violazione, nonché il fatturato di Facebook Marketplace e il fatturato totale di Meta.

Margrethe Vestager, Commissaria alla concorrenza, ha dichiarato che Meta ha agito in contrasto con le norme UE “per avvantaggiare il suo servizio Facebook Marketplace, conferendogli vantaggi che altri fornitori di servizi di annunci online non potevano eguagliare”.

Il contesto dell’indagine

L’indagine è iniziata a giugno 2021 con l’avvio di un procedimento formale. A dicembre 2022, la Commissione ha inviato a Meta una comunicazione degli addebiti, a cui l’azienda ha risposto a giugno 2023. La Commissione ha sottolineato che, sebbene la posizione dominante sul mercato non sia di per sé illegale, le aziende dominanti hanno una responsabilità speciale di non abusare della loro potente posizione di mercato.